Xevi Verdaguer, psiconeuroimmunologo, sui benefici delle barbabietole: "Sono ricche di fibre, antiossidanti e antinfiammatorie".
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La barbabietola ha smesso di essere un semplice contorno per l'insalata ed è diventata un argomento di spicco nelle conferenze sulla longevità, come "Health in Colors". Sempre più esperti la includono nelle loro presentazioni come esempio di alimento funzionale in grado di andare ben oltre l'aspetto nutrizionale. Tra questi, lo psiconeuroimmunologo Xevi Verdaguer, che sottolinea che la barbabietola "contiene molte fibre, antiossidanti ed è antinfiammatoria".
Il crescente interesse per questo tubero deriva dal fatto che i suoi benefici vanno oltre le vitamine e le fibre che apporta. Secondo Verdaguer, contiene betalaine , un pigmento che gli conferisce il suo caratteristico colore rosso ed esercita anche proprietà antiossidanti. "Quando si mangiano le barbabietole, si può persino vedere le feci cambiare colore", osserva ironicamente lo specialista.
Ciò che colpisce di più, tuttavia, è il suo ruolo di precursore dell'ossido nitrico. Questo composto viene generato dai nitrati presenti nelle barbabietole, che, una volta metabolizzati dall'organismo, contribuiscono a dilatare i vasi sanguigni e a migliorare la circolazione. "Abbiamo bisogno dell'ossido nitrico per risolvere le infezioni e mantenere la salute vascolare", sottolinea l'esperto.
Lo stesso concetto viene ripetuto nei convegni sulla longevità: le barbabietole possono essere un alimento, un integratore o persino un medicinale, a seconda della quantità e del metodo di consumo. Un chiaro esempio è il succo di barbabietola, molto popolare tra gli atleti per la sua capacità di aumentare l'ossigenazione e ritardare l'affaticamento. La letteratura scientifica ne supporta il ruolo nelle prestazioni atletiche, ma anche nel recupero muscolare.
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Inoltre, favorendo la circolazione e la pressione sanguigna, contribuisce alla salute cardiovascolare e il suo impatto sulla fertilità è addirittura oggetto di studio, poiché migliora il flusso sanguigno verso gli organi riproduttivi.
Non è un caso che le barbabietole siano di moda. Fanno parte di quelli che vengono definiti "supercibi", anche se Verdaguer chiarisce che più che un termine di marketing, si tratta di alimenti il cui potenziale terapeutico merita di essere analizzato in dettaglio. "Le barbabietole possono smettere di essere solo un alimento se assunte in grandi quantità, come in frullati o estratti, e diventare un integratore", spiega.
Come altri alimenti ricchi di nutrienti, anche le barbabietole presentano controindicazioni. Verdaguer avverte che non sono raccomandate per le persone con calcoli renali di ossalato di calcio, candidosi cronica o sensibilità agli ossalati. In questi casi, il loro consumo può aggravare il problema ed è consigliabile consultare prima un medico.
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Lo specialista insiste sul fatto che la chiave sta nella personalizzazione: ciò che può essere un beneficio per alcuni non lo è necessariamente per tutti. Da qui l'importanza di comprendere a fondo il proprio stato di salute individuale prima di introdurre dosi elevate di qualsiasi superfood.
Al di là della moda, le barbabietole esemplificano l'attuale tendenza verso un'alimentazione preventiva, che mira a ritardare l'invecchiamento e ridurre il rischio di malattie attraverso la dieta. Con un profilo nutrizionale completo e la capacità di modulare i processi infiammatori, si sono guadagnate un posto nella lista degli alimenti di riferimento per chi desidera vivere più a lungo e meglio. La scienza continua a indagare in che misura i loro benefici possano essere considerati terapeutici, ma il loro impatto sulla circolazione, sull'infiammazione e sulla salute intestinale è ormai difficilmente contestabile.
El Confidencial